Rientra l’allarme salmonella in 15 Comuni del Trapanese e 3 dell’Agrigentino

Trapani – Rientra l’allarme salmonella in 15 Comuni del Trapanese e 3 dell’Agrigentino che vengono approvvigionati con l’acqua proveniente dalla diga Garcia. Le analisi di Siciliacque sui campioni d’acqua prelevati in uscita dal potabilizzatore di Sambuca hanno dato esito negativo. Lo rende noto Siciliacque, che subito dopo aver rilevato la presenza dei batteri di salmonella aveva potenziato il trattamento di disinfezione dell’acqua.

Acquisiti i risultati delle analisi, Siciliacque ha informato le Asp e le prefetture di Trapani e Agrigento, nonché i Comuni interessati, per i conseguenti provvedimenti.

Tensione altissima al carcere Pietro Cerulli. Detenuti non vogliono rientrare nelle celle e arriva il magistrato di sorveglianza

Trapani – Rimane altissima la tensione all’interno del carcere Pietro Cerulli di Trapani. Ieri sera pare che sia stato necessaria la presenza della magistratura di sorveglianza per ristabilire l’ordine e la sicurezza dopo che circa 200 detenuti del reparto mediterraneo non volevano rientrare nelle celle, e il Comandante ha ritenuto necessario mantenere tutti i lavoratori in servizio anche dopo 12 ore continuative. A dare la notizia i sindacati della polizia penitenziaria che chiedono un incontro urgente con il provveditore e l’intervento del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro.

“L’avevamo percepito e lo abbiamo scritto che la tensione al carcere di Trapani era palpabile, addirittura mentre nel pieno delle nostre prerogative che la legge consente” sottolineano Calogero Navarra (Sappe), Rosario Di Prima (Sinappe), Dario Quattrocchi (Osapp), Gioacchino Veneziano (Uil Polizia Penitenziaria), Francesco D’Antoni (Uspp), Domenico Ballotta (Fns Cisl), Gaetano Agliozzo (Fp Cgil) dopo che ieri sera si sono dovuti recare al Pietro Cerulli di Trapani i magistrati di sorveglianza.

“lo avevamo percepito durante la visita di lunedì – commentano i leader dei sindacati della Polizia Penitenzaria siciliani – e per tale ragione che abbiamo richiesto con urgenza un incontro con il Provveditore regionale perché sono necessari altri interventi profondi per consentire al personale di operare con serenità, sicurezza e fiducia nell’amministrazione nel complesso, presupposto che obiettivamente in questo momento pare davvero flebile”

“Infatti – dicono Navarra, Di Prima, Quatrocchi Veneziano, D’Antoni, Ballotta e Agliozzo – ieri sera pare che sia stato necessario la presenza della magistratura di sorveglianza per ristabilire l’ordine e la sicurezza visto che circa 200 detenuti del reparto mediterraneo non volevano rientrare nelle celle, e il Comandante ha ritenuto necessario mantenere tutti i lavoratori in servizio anche dopo 12 ore continuative. Invieremo – concludono i sindacalisti – una nota al sottosegretario Delmastro, affinché nella sua funzione possa assegnare al carcere di Trapani struttura di 1° livello un Direttore titolare, e non uno per 8 giorni al mese, fermo restando che sulla questione carcere di Trapani e di tutta la Sicilia siamo pronti a fare le barricate”.

Sbarca dal traghetto con droga per tutte le esigenze

Pantelleria – Era sbarcato dal traghetto ed aveva cercato di eludere i controlli. Il gesto non è sfuggito ai carabinieri che lo hanno fermato ed hanno controllato il bagaglio. Qui hanno trovato droga di tutti i tipi. I Carabinieri della Stazione di Pantelleria hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio
di stupefacenti, un uomo di 35 anni.

I militari dell’Arma, durante i consueti controlli presso l’area sbarco passeggeri al molo Wojtyla, notando l’atteggiamento guardingo del 35enne che scendendo dalla nave avrebbe cercato di dileguarsi tra la folla, lo hanno fermato e sottoposto a perquisizione.

I sospetti dei Carabinieri si sono rivelati fondati, ben occultati all’interno della valigia, l’uomo deteneva 2 involucri contenenti complessivamente oltre 100 gr. di hashish, un involucro con all’interno circa 10 gr. di cocaina e 25 gr. di marijuana, il tutto sottoposto a sequestro.

L’uomo, a seguito dell’udienza di convalida, è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Pantelleria.

“Con lui stavo bene”. Lo ha dichiarato Lorena Lanceri ai giudici d’Appello

Palermo – “Quando l’ho conosciuto io sapevo che si chiamava Francesco Salsi e così pure quando abbiamo cominciato ad avere una conoscenza intima. Poi, quando ho saputo chi era, nella mia mente comunque ho continuato a percepirlo come la persona che avevo incontrato”.

Così nel corso di dichiarazioni spontanee, Lorena Lanceri, una delle donne di Matteo Messina Denaro condannata per mafia a 13 anni e 4 mesi, si è rivolta ai giudici.

“Lui mi aveva detto che era perseguitato dalla giustizia e io ci ho creduto. – ha spiegato – Per me era un periodo difficile sia con mio marito che in famiglia. Avevo problemi anche di autostima e non nego che gli ho voluto bene anche perché io vedo sempre il bene nelle persone e poi lui con me era gentile e mi faceva stare bene”. “Poi si è ammalato della stessa malattia di mia madre e ci siamo avvicinati ancora di più – ha raccontato in lacrime – Ma io non sono una criminale e se vado avanti in questo inferno è solo per l’amore che ho per i miei figli. Del resto non mi interessa più nulla”.

La Procura Generale di Palermo ha richiesto in Appello la conferma delle condanne inflitte a Lorena Lanceri e al marito Emanuele Bonafede, accusati di essere i vivandieri e aver favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro.

Lorena Lanceri venne arrestata insieme al marito Emanuele Bonafede, cugino del geometra che ha prestato l’identità all’ex capomafia, e poi condannato a 6 anni e 8 mesi con l’accusa di favoreggiamento. Oltre ad avere vigilato sulla latitanza del boss, cercando in tutti modi di tenerlo al riparo dagli investigatori, averlo accolto in casa, avere trascorso con lui del tempo, Lanceri sarebbe stata al centro della rete di pizzini, grazie alla quale il capomafia riusciva a mantenere i contatti con i suoi nonostante fosse ricercato. Il boss, in cambio, elargiva alla coppia denaro e regali. Tra le carte trovate all’ex ricercato anche un appunto con la cifra che Messina Denaro aveva speso per acquistare un Rolex per il figlio di Lanceri. Nei prossimi giorni la sentenza.

Alcamo: la Polizia di Stato arresta in flagranza stalker

Alcamo – Una chiamata nella notte e l’arrivo provvidenziale della polizia, così nella notte del 27 novembre scorso personale del Commissariato di Alcamo in servizio di volante, è intervenuto in un bar di Piazza della Repubblica per la segnalazione di atti persecutori ai danni di una donna.

Giunti sul posto i poliziotti hanno immediatamente preso contatti con la una ragazza che stava trascorrendo la serata in compagnia di amici in un locale nella centrale Piazza della Repubblica di Alcamo. La donna, in un forte stato di agitazione, ha riferito che poco prima aveva visto
avvicinarsi al proprio tavolo un uomo, lo stesso che lei aveva denunciato mesi prima per stalking. Individuato l’uomo, che si trovava ancora nei paraggi del locale, i poliziotti hanno proceduto a fermarlo e a eseguire i necessari controlli.

Si trattava di un 39enne senza fissa dimora che effettivamente era stato denunciato dalla donna per stalking e che, per tale motivo, era stato raggiunto da un provvedimento che gli vietava di avvicinarsi alla persona offesa e ai luoghi da lei frequentati dovendo tenere una distanza non inferiore a 300 metri.

Gli agenti di Polizia, sentito il P.M. di turno, hanno arrestato in flagranza l’uomo e portato in Commissariato per gli atti di rito. In seguito è stato portato innanzi al gip del Tribunale
di Trapani che convalidava l’arresto dello stalker.

Fallimenti pilotati, la guardia di finanza sequestra 5 società, 6 gli indagati

Marsala – La guardia di finanza di Trapani, su delega della procura di Marsala ha eseguito la misura cautelare, emessa dal gip, del sequestro preventivo (capitale sociale, quote societarie e relativi complessi aziendali) di cinque società operanti nel settore della distribuzione e della commercializzazione di generi alimentari del valore di mercato stimato in oltre 17 milioni di euro, e di tre supermercati per reati fallimentari, tributari, societari e di autoriciclaggio.

Il provvedimento scaturisce dalle indagini preliminari coordinate dalla Procura di Marsala e delegate ai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani, in relazione al fallimento di più società operanti nel settore della distribuzione e del commercio di generi alimentari, che hanno consentito di disvelare l’esistenza di un vero e proprio sodalizio criminoso.

I sei imprenditori che gestivano le società sono indagati e a loro è stata applicata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali di qualsiasi tipo e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per un anno.

Il sodalizio ha gestito per anni una ricca realtà imprenditoriale, titolare di buona parte dei supermercati insistenti sul territorio di Marsala, anche attraverso la sistematica perpetrazione di reati fallimentari, tributari, societari e di autoriciclaggio, allo scopo di massimizzare il profitto riducendo i costi, trasferendo al momento opportuno l’azienda o i suoi rami più rilevanti ovvero solo taluni beni in favore di altre realtà societarie appositamente costituite o preesistenti, anch’esse operanti nel medesimo settore merceologico e riconducibili ai sodali, e nel contempo abbandonando al loro destino le originarie società (cosiddette bad companies) così da
sottrarle al pagamento di debiti per oltre 8 milioni di euro, di cui oltre 5 milioni di euro a titolo di canoni non onorati per l’affitto di supermercati e oltre 3 milioni di euro a titolo di debiti tributari e previdenziali, con gravissimo pregiudizio per l’Erario.

Nel corso delle indagini preliminari sono state accertate distrazioni patrimoniali in danno delle società fallite per oltre 3,5 milioni di euro, costituite sia da liquidità per oltre 1,1 milioni di euro sia da rami d’azienda del valore stimato di 2,4 milioni di euro che, reimmessi nel circuito legale dell’economia in seno alle nuove società (cosiddette newco), hanno generato un ulteriore profitto di reato di autoriciclaggio per circa 2,7 milioni di euro.

Le imputazioni provvisorie contestate agli indagati in questa fase sono i reati di associazione per delinquere, bancarotta semplice, bancarotta fraudolenta patrimoniale e preferenziale in forma aggravata, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute e false comunicazioni sociali.

Processo omicidio Titone. L’accusa chiede l’ergastolo per Parrinello e 25 anni per Scandaliato

Trapani – Ormai è alle battute finali il processo per l’omicidio di Antonino Titone, che si celebra in Corte d’Assise, presidente, giudice Daniela Troja. Sul banco degli imputati Giovanni Parrinello e la compagna, Lara Scandaliato. Ieri la requisitoria del Pm Giuseppe Lisella, che ha chiesto per Giovanni Parrinello la pena dell’ergastolo e per la Scandaliato 25 anni di carcere. Pene pesanti. Antonino Titone, marsalese fu trovato senza vita il 26 settembre 2022 nella sua abitazione, in zona Porticella, a Marsala. Fu ucciso a colpi di “piede di porco”. Ieri ci sono state le conclusioni delle parti civili. L’avvocato Vito Daniele Cimiotta legale di parte civile di una sorella della vittima, nel corso del suo intervento ha ribadito come “Il delitto è aggravato dalla crudeltà, l’imputato ha arrecato con la propria condotta estreme sofferenze alla vittima”. Poi la discussione della sola difesa di Giovanni Parrinello. La discussione della difesa di Lara Scandaliato e la sentenza sono previste per il 16 dicembre prossimo.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Nicola Gaudino e Salvatore Fratelli. Un omicidio questo che destò grande scalpore a Marsala proprio per l’efferratezza con il quale fu compiuto. Secondo gli investigatori, alla base del fatto di sangue ci sarebbe stato, molto probabilmente, un vecchio debito non saldato della vittima per una fornitura di stupefacenti. Pare, sia stata questa la causa scatenante del delitto. Fu la Scandaliato, lo stesso giorno dell’omicidio, interrogata dai carabinieri, ad accusare il compagno Parrinello e a far ritrovare l’arma: un piccolo piede di porco con il quale furono inferti 27 colpi al cranio al Titone. Poi, però, anche la donna è finita in carcere. Gli investigatori, infatti, hanno scoperto che la Scandaliato non era fuori dall’abitazione di Titone, ma sarebbe stata dentro con Parrinello e avrebbe partecipato al delitto. Dopo l’omicidio, i due imputati si sarebbero impossessati del portafoglio della vittima, che Parrinello riteneva gli dovesse del denaro. Nel corso dell’ultima udienza Parrinello dopo avere reso dichiarazioni spontanee alla Corte contrastando la versione che aveva fornito la Scandaliato aveva anche chiesto scusa ai familiari della vittima. Successivamente il suo difensore aveva chiesto una perizia psichiatrica e la possibilità di risentire due testi per riferire sul dna presente su un coltello che era all’interno dell’abitazione, ma entrambe le richieste erano state rigettate.

Vicenda salmonella: rimangono in vigore le ordinanze dei sindaci

Trapani – Allarme salmonella. Nel trapanese fino a nuova disposizione dell’azienda sanitaria provinciale rimane tutto invariato, quindi permangono le disposizioni e i consigli inserite nelle ordinanze dei sindaci e rivolti ai cittadini dei 15 comuni coinvolti. Rimane la disposizione soprattutto al non utilizzo per usi alimentari dell’acqua che arriva dalla rete idrica. Del resto la distribuzione nella rete idrica dei 15 comuni non si è mai interrotta dal momento dell’annuncio della presenza del batterio, avvenuto giovedì sera dopo una riunione in prefettura. Da parte sua Siciliacque che gestisce la distribuzione in questi comuni è in attesa dei risultati dei campionamenti effettuati venerdì e ancora sabato, analisi effettuate nelle acque in uscita dal potabilizzatore di Sambuca.

Per il risultato delle analisi ci vogliono 5 giorni quindi se ne parla mercoledì. Nel frattempo anche l’asp di Trapani ha effettuato altri campionamenti in questo caso nella rete idrica urbana dei comuni interessati dal batterio della salmonella, non è escluso, che in questo caso i risultati possano arrivare domani. In ogni caso rimane l’invito alla prudenza nell’utilizzo dell’acqua, soprattutto per le persone con particolare patologie e questo fino a nuovo ordine. Al momento per fortuna, ha fatto sapere l’asp non si sono registrati casi di salmonellosi. L’origine della contaminazione dell’acqua è stata individuata nella zona dei depuratori della diga Garcia in territorio di Sambuca di Sicilia nell’agrigentino

Carcere Pietro Cerulli: “Al suo interno situazione drammatica” lo dicono i sindacati della polizia

Trapani – Carenza di personale, condizioni igienico-sanitarie fatiscenti, tensione tra detenuti e agenti. “Al Pietro Cerulli abbiamo riscontrato una situazione drammatica”. Lo dicono Calogero Navarra (Sappe) Nicola Lauricella (Sinappe) Dario Quattrocchi (Osapp) Gioacchino Veneziano (Uil Polizia Penitenziaria) Francesco D’Antoni (Uspp) Domenico Ballotta (Fns Cisl) Nicola Vassallo (Fp Cgil) che, questa mattina, hanno eseguito una ispezione alla carceri di Trapani dopo l’inchiesta su presunte torture e abusi operati da alcune guardie nei confronti dei detenuti.

“Abbiamo documentato – spiegano – le difficoltà operative, logistiche, organiche e gestionali che vivono i lavoratori. Purtroppo spiace – aggiungono i leader regionali dei sindacati di polizia penitenziari – che il divieto imposto dai vertici Ministeriali non consentiranno all’opinione pubblica di sapere come e dove operano i poliziotti penitenziari Trapanesi, ma noi le foto del degrado le consegneremo al Provveditore richiedendo un apposito incontro anche perché i rimpiazzi dell’organico previsti dal DAP non compensano le assenze generate dai gravi fatti accaduti”.

C’è anche un allarme sicurezza.
“Abbiamo registrato – sostengono i sindacalisti – un clima molto teso tra personale e detenuti, ragion per cui solleciteremo il ministro Nordio, il sottosegretario Delmastro e i vertici del Dap al trasferimento immediato di un Direttore titolare perché Trapani ha necessità di uno a tempo pieno rispetto a quello che viene a Trapani per due volte la settimana, fermo restando la richiesta di incontro con il Prefetto per consegnare le foto di quello che abbiamo trovato al Pietro Cerulli, annoverando la situazione gestionale ed organica che oggi più di ieri espone il personale a rischi sia per la propria incolumità, sia disciplinari che penali”

Controllo del territorio, denunce e segnalazioni alla prefettura

Trapani – Denunce e segnalazioni alla Prefettura. Il bilancio di un servizio di controllo del territorio eseguito, a Trapani, nel fine settimana dai carabinieri.
All’esito del servizio, tra le 180 persone e veicoli sottoposti a controllo, sono stati segnalati 20 soggetti alla locale Prefettura quali assuntori non terapeutici di sostanze stupefacenti, in quanto trovati in possesso di droga per uso personale e denunciati cinque persone.

Un 20enne, un 29enne e un 53enne per porto di armi od oggetti atti ad offendere perché trovati, a seguito di perquisizione personale e veicolare, in possesso di coltelli ed altri oggetti atti ad offendere. Un 18enne romeno per detenzione illecita di stupefacenti sorpreso a cedere una dose di marijuana ad un giovane. Un 53enne trapanese per guida in stato di ebrezza alcolica perché trovato alla guida del proprio veicolo in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di bevande alcoliche.