Fine 2024 con il fiato sospeso, nel Belice le scosse sono 13

Montevago (Agrigento) – Ancora scosse di terremoto nel Belice e in particolare nella zona di Montevago. È stata registrata questa mattina alle 10.04 dall’Ingv la tredicesima scossa dello sciame sismico in corso dal giorno di Natale a Montevago, sempre nello stesso epicentro delle precedenti, a un paio di chilometri dal centro abitato. La magnitudo, di 1.3, è stata lieve, sostanzialmente come le altre. La dodicesima scossa nella Valle del Belice, di magnitudo 1.4, risale a ieri pomeriggio, poco prima delle 19. Nessun danno registrato. È stata un po’ più intensa (1.9) quella che stamattina, alle 7.26, ha interessato invece il territorio comunale di Misilmeri. Nei giorni scorsi erano stati interessati anche i comuni del trapanese di Salaparuta e Partanna.

Il sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo, ha sottolineato come lo sciame sismico abbia risvegliato nella popolazione il ricordo del devastante terremoto che nel 1968 colpì la Valle del Belice, lasciando cicatrici profonde nel territorio e nella memoria collettiva.

Dunque nel Belice la terra si muove ancora. Gli esperti nel 2018 scrissero che nel tempo hanno osservano piccole fratture, sollevamenti del terreno e altre anomalie lungo una linea che da Castelvetrano conduce a Campobello di Mazara, tocca Capo Granitola e si allunga fino a mare. Le immagini satellitari e l’analisi dei dati geodetici confermano che c’è ancora una faglia attiva. E sarebbe la stessa frattura che distrusse l’antica Selinunte e nel 1968 provocò il devastante terremoto. Di questo sono certi i ricercatori dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di Catania e delle università di Palermo, Catania e Napoli che da alcuni anni indagano sui fenomeni tellurici nella Valle. La ricerca fa parte del progetto “Tettonica della Sicilia sudoccidentale”, coordinato da Mario Mattia.

Le deformazioni del terreno sarebbero legate a fenomeni di scorrimento. Altre indagini geodetiche hanno rivelato l’esistenza della faglia, “espressione superficiale di una importante compressione che avviene a livelli profondi in quella zona della Sicilia”. Gli ultimi dubbi sono stati fugati dalle indagini geochimiche sia sui flussi di anidride carbonica dal suolo sia sulle acque.

La terra trema ancora a Montevago, il sindaco firma una ordinanza

Montevago (Agrigento) – La Protezione civile segnala che a partire dalla giornata del 25 dicembre 2024, ed ancora ieri è stato registrato uno sciame sismico in cui si sono susseguiti diversi eventi di magnitudo locale (ML) compresa tra 1.4 e 2.7, che hanno interessato i comuni di Montevago, Salaparuta e Partanna.

I comuni interessati dallo sciame sismico:
N° Data e Ora (Italia) Magnitudo Zona Profondità Latitudine Longitudine
1 2024-12-25 11:08:03 ML 2.3 3 km SW Salaparuta (TP) 10 37.73 12.99
2 2024-12-25 21:09:30 ML 1.8 3 km N Montevago (AG) 10 37.73 12.98
3 2024-12-26 05:33:51 ML 1.6 3 km NW Montevago (AG) 11 37.72 12.97
4 2024-12-26 15:11:50 ML 1.8 3 km N Montevago (AG) 14 37.73 12.98
5 2024-12-26 15:48:09 ML 2.7 3 km NW Montevago (AG) 14 37.73 12.98
6 2024-12-26 16:41:58 ML 1.4 4 km SE Partanna (TP) 11 37.70 12.93
7 2024-12-26 17:26:46 ML 1.7 2 km N Montevago (AG) 14 37.73 12.99

L’evento di maggiore intensità è stato registrato alle ore 14:48 UTC del 26 dicembre 2024 ed è stato localizzato dalla Sala Sismica dell’INGV – Roma nel territorio al confine tra le province di Palermo, Agrigento e Trapani ad una profondità di 14,0 km e ad una distanza di 3,0 Km a NW del paese di Montevago (AG)

L’ordinanza del sindaco

Il sindaco di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo, a fini precauzinali ha firmato ieri una ordinanza “per porre in essere ogni azione utile a fronteggiare l’eventuale emergenza” e ha attivato il Centro operativo comunale. Nel frattempo, si sta già procedendo per “verificare le infrastrutture di uso pubblico e quelle già inagibili e/o a maggior rischio; diffondere le regole di corretto comportamento alla popolazione; attivare la funzionalità propria struttura di Protezione civile; stabilire e mantenere contatti con prefetture, vigili del fuoco e sale operative”.

Mafia: operazione nell’Agrigentino, 29 fermi [VIDEO]

Agrigento – I carabinieri del reparto Operativo di Agrigento hanno eseguito 29, dei 30, fermi disposti dalla Dda di Palermo a carico di agrigentini e nisseni accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di droga, detenzione ai fini di spaccio; tentata estorsione e associazione mafiosa.

Contestati anche diversi danneggiamenti, ma anche il favoreggiamento personale.
I provvedimenti sono stati notificati ad Agrigento, Porto Empedocle, Favara e Canicattì, ma anche a Gela.

Fra i fermati anche nominativi di un certo peso per l’Agrigentino, come l’empedoclino Fabrizio Messina, fratello del boss Gerlandino, e Pietro Capraro della famiglia mafiosa di Agrigento-Villaseta.

Fra i villasetanici anche: Guido e Nicolò Vasile, padre e figlio coinvolti in passato in altre vicende, fra cui un’indagine su mafia ed estorsione, oltre al favarese Michele Bongiorno, che ha già scontato una condanna per un omicidio commesso a soli 19 anni. Anche Gaetano Licata, già arrestato e condannato nell’indagine Nuova cupola, è un altro nome che torna alla ribalta. Altri fermati di questa notte, fra cui Samuel Pio Donzì e il 37enne Giuseppe Sottile, sono stati coinvolti in numerose vicende di criminalità spicciola.

Ecco l’elenco dei destinatari del provvedimento in corso di esecuzione: Domenico Blando, 67 anni, di Favara; Michele Bongiorno, 34 anni, di Favara; Pietro Capraro, 39 anni, di Agrigento; Ignazio Carapezza, 33 anni, di Agrigento; Carmelo Corbo, 46 anni, di Canicattì; Samuel Pio Donzì, 25 anni, di Agrigento; Carmelo Fallea, 49 anni, di Favara; Cosimo Ferro, 35 anni, di Castelvetrano; Francesco Firenze, 39 anni, di Castelvetrano; Giuseppe Focarino, 59 anni, di Palermo; Christian Gastoni, 31 anni, di Agrigento; Angelo Graci, 60 anni, di Castrofilippo; Rocco Grillo, 32 anni, di Gela; Alfonso Lauricella, 58 anni, di Agrigento; Gaetano Licata, 41 anni, di Villaseta; Fabrizio Messina Denaro, 57 anni, di Castelvetrano; Fabrizio Messina, 49 anni, di Porto Empedocle; Gabriele Minio, 36 anni, di Agrigento; Giorgio Orsolino, 34 anni, di Agrigento; Roberto Parla, 46 anni, di Canicattì; Vincenzo Parla, 53 anni, di Canicattì; Giuseppe Pasqualino, 33 anni, di Gela; Calogero Prinzivalli, 41 anni, di Agrigento; Mirko Salvatore Rapisarda, 42 anni, di Gela; Emanuele Ricottone, 58 anni, di Marianopoli (Caltanissetta); Giuseppe Sottile, 37 anni, di Agrigento; Alfonso Tarallo, 44 anni, nato a Genk (Belgio); Angelo Tarallo, 44 anni, nato a Liegi (Belgio); Guido Vasile, 65 anni, di Agrigento e Nicolò Vasile, 43 anni, di Agrigento.

Il Tar di Palermo salva il centro recupero tartarughe di Lampedusa

Lampedusa (Agrigento) – Il centro di recupero delle tartarughe marine di Lampedusa potrà continuare a salvare le tartarughe caretta caretta. I giudici del Tar di Palermo hanno accolto il ricorso presentato dalla Società A.L. srl, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, che chiedeva l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, dell’ordine di demolizione del Comune di Lampedusa e Linosa. La sentenza è di giovedì 12 dicembre, il TAR- Palermo ha rilevato che il Comune di Lampedusa e Linosa non ha rispettato l’ordine istruttorio intimato con la precedente ordinanza cautelare e da tale comportamento ha desunto ulteriori argomenti di prova in ordine alla fondatezza delle pretese della società ricorrente, ed al contempo, in accoglimento delle argomentazioni difensive sostenute dall’avvocato Rubino, ha ritenuto che l’Amministrazione comunale ha erroneamente contestato il mutamento della destinazione dell’impianto di acquacultura.

Nel 1994 il Comune di Lampedusa e Linosa, con un contratto concedeva per la durata di 30 anni, il diritto di superficie di un fondo di proprietà comunale in località Punta Sottile, ad una ditta per la realizzazione di un impianto di acquacoltura destinato all’allevamento di specie ittiche, attività di ricerca sulle specie marine e servizi di formazione per addetti all’acquacoltura.

Dopo la realizzazione dell’impianto di acquacoltura nel 2016, è stato stipulato un protocollo di intesa tra la società, l’assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranee, l’università degli studi di Palermo, l’istituto zooprofilattico della Sicilia, centro regionale di recupero per tartarughe marine, il consorzio pescatori di Lampedusa per la tutela, monitoraggio e salvaguardare delle tartarughe caretta caretta del Mediterraneo.

Il Comune di Lampedusa nel 2021 ha emesso un’ordinanza di demolizione perché lo stabulario, il laboratorio realizzato per le tartarughe, sarebbe stato realizzato in difformità rispetto alle autorizzazioni edilizie rilasciate alla società. Quest’ultima, assistita dall’avvocato Girolamo Rubino, ha presentato ricorso al Tar.

Tragedia a Racalmuto, trovato il corpo senza vita di Agostino Fanara scomparso lunedì

Racalmuto (Agrigento) -Tragedia nelle campagne di Racalmuto, trovato il corpo senza vita di Agostino Fanara 73 anni , di Favara, ex autista del tribunale di Agrigento. L’uomo mancava da casa da lunedì pomeriggio alla guida del suo fuoristrada, per andare dal medico di famiglia. Poi sarebbe andato al centro commerciale “Le Vigne” a Castrofilippo, vicino Racalmuto. Qui si sono perse le sue tracce.

La Suzuky, di Fanara, è stata trovata impantanata, e senza le chiavi, e il corpo a distanza di quasi un chilometro. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso..

Sola in mezzo al mare salvata dopo il naufragio della barca sui cui viaggiava

Lampedusa – Non può che essere un miracolo quanto accaduto in mezzo al mar Mediterraneo. Un miracolo che ricorda a tutti il valore della vita, il valore delle persone e sopratto il rispetto per queste persone che affrontano un mare che ormai è diventato un cimitero senza lapidi. Non osiamo immaginare la sofferenza provata da questa bambina, nel vedersi sola in balia della acque in tempesta. Una bambina di 10 anni della Sierra Leone è stata soccorsa, nella notte, mentre si trovava a 10 miglia dalla costa di Lampedusa dopo un naufragio: era aggrappata a una tavola di legno e aveva un giubbotto di salvataggio. La bambina sarebbe l’unica sopravvissuta di un naufragio avvenuto verosimilmente lunedì: gli altri migranti (una quarantina tra cui alcuni parenti della piccola, stando al racconto della bambina, partiti da Sfax in Tunisia) che viaggiavano con lei sarebbero tutti annegati dopo che la barca su cui viaggiavano è stata colpita da una tempesta. Dopo il salvataggio, la bambina è arrivata a Lampedusa alle 6.

Si trova nell’hotspot di Lampedusa la bambina di circa 12 anni che risulta al momento l’unica sopravvissuta ad un naufragio avvenuto al largo di Lampedusa. Lo riferisce la Croce rossa italiana. «Il viaggio verso le nostre coste per una imbarcazione partita dalla Tunisia (Sfax) si è purtroppo interrotto – ha spiegato Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana – nel cuore del Mediterraneo. Dalle prime ricostruzioni, a bordo ci sarebbero state circa quaranta persone. Solo una bimba originaria della Sierra Leone, dopo aver trascorso circa due giorni in acqua, è riuscita a portare a termine il viaggio che aveva iniziato con alcuni familiari. Dopo le cure al poliambulatorio dell’isola, la piccola è stata accolta all’hotspot di Contrada Imbriacola dove viene seguita dalla nostra equipe multidisciplinare». Una notizia triste «che ci arriva a pochi giorni dalla Giornata internazionale dei migranti e, soprattutto, dalle festività natalizie. Gli Operatori e i Volontari della Cri impegnati nel centro di Lampedusa stanno dando conforto a questa bimba e la stanno supportando con tutta la loro Umanità nell’affrontare questo difficile momento», ha concluso.

«Appena è arrivata all’hotspot si è addormentata e sta ancora dormendo. Verrà seguita dall’equipe di psicologi che è nella struttura e potrebbe venire trasferita, per aiutarla psicologicamente, con il primo volo Oim che verrà pianificato dalla prefettura di Agrigento, verosimilmente venerdì». Lo ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino, che è andato nell’hotspot di contrada Imbriacola per sincerarsi delle condizioni di salute della bambina sopravvissuta al naufragio verificatosi in acque Sar italiane forse lunedì. Nelle prossime ore, non appena si sarà ulteriormente ripresa la bambina verrà ascoltata da psicologici e mediatori culturali anche per ricostruire con esattezza quando sarebbe avvenuto il naufragio e cosa sia effettivamente accaduto.

Agrigento, incontri di pugilato in carcere, è la denuncia dei sindacati di polizia

Agrigento – Incontri di pugilato clandestini nel carcere Di Lorenzo di Agrigento con tanto di scommesse collegate: è quanto denuncia il sindacato della polizia penitenziaria dopo una violenta aggressione, che risale ai giorni scorsi, ai danni di un agente che ha rimediato un pugno al volto. Il fenomeno, secondo quanto sostiene il segretario generale Aldo Di Giacomo non riguarderebbe solo il penitenziario agrigentino e i casi sarebbero in rapida diffusione, alimentati da scommesse controllate da clan della criminalità organizzata.

«Gli incontri pugilistici, preceduti da vere e proprie lezioni di boxe e allenamenti agonistici contrabbandati per attività sociale, sono la riprova che nel carcere l’illegalità non ha più limiti. Ci mancano solo i night club e la prostituzione. In questo grande ring che è diventato oggi il carcere – prosegue – agli agenti penitenziari non può essere scaricato il compito scomodo, che lo Stato non vuole assumere, di fare da arbitri perché come è già accaduto in molti casi i poliziotti che cercano di dividere detenuti e clan in rissa finiscono in ospedale a causa di violenti pugni in faccia».

Purtroppo la situazione nelle carceri in Italia continua a rimanere una emergenza. I numeri sul sovraffollamento parlano chiaro, i detenuti nelle strutture presenti nel nostro Paese sono 61.468, dovrebbero essere invece 47.067, le persone detenute, in base ai posti disponibili negli istituti penitenziari. Questo significa che vi è un indice di SOVRAFFOLLAMENTO DEL 130,59%.

A questo va aggiunto la situazione delle strutture penitenziarie moltissime da ristrutturare, l’atavica mancanza di personale, mancano le strutture atte ad accogliere specifici disagi, sul territorio, da quello mentale e alle tossicodipendenze, ad esempio, perche quelle presenti sul territorio nazionale non bastano. E mancano realmente gli spazi, anche quelli richiesti per evitare i contagi di malattie infettive.

Panico stamane a Favara per un incendio in una mansarda

Favara (Agrigento) – Momenti di panico a Favara per un incendio divampato questa mattina attorno alle 7.30 in una mansarda situata all’ultimo piano di una palazzina in via Olanda. Per fortuna i residenti, viste le fiamme, sono riusciti in tempo ad abbandonare l’appartamento, non si registrano feriti.

Lanciato l’allarme, sul posto sono intervenute tre squadre di Vigili del fuoco che in qualche ora hanno domato il rogo.

Ancora non è chiara la causa che ha provocato l’incendio. Da una prima ricostruzione pare che in quella mansarda ci sia un forno utilizzato nelle scorse ore per cucinare delle pizze. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e personale del 118.

Racalmuto, donna cade dal balcone, le sue condizioni sono gravi

Racalmuto (Agrigento) – E’ caduta dal balcone della sua abitazione, al terzo piano di una palazzina, nel centro storico di Racalmuto. E’ accaduto nella tarda mattina di oggi (8 novembre). La donna una 50enne ha riportato gravi lesioni in varie parti del corpo.

Scattato l’allarme la signora è stata trasferita in elisoccorso all’ospedale Sant’Elia a Calatanissetta, la prognosi è riservata. Non è ancora chiara la dinamica dei fatti. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

Pare che lo scorso 2 agosto, il marito della donna, era caduto sempre dallo stesso punto mentre stava effettuando dei lavori domestici, riportando numerose ferite ma riuscendo a salvarsi. Stamane è toccato alla moglie.