Piazza Armerina. Prete condannato per violenza sessuale, vescovo indagato

Piazza Armerina – Il vescovo della diocesi di Piazza Armerina (Enna), Rosario Gisana e il suo vicario generale, Vincenzo Murgano, attualmente parroco della chiesa madre del capoluogo, sono indagati dalla procura di Enna per falsa testimonianza.

La vicenda è una coda del processo al sacerdote ennese Giuseppe Rugolo, che si è concluso lo scorso 5 marzo con una condanna a 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale a danno di minori.
Dopo la conclusione del processo la parte civile, Antonio Messina, ha presentato un esposto in procura e ora i pm vogliono approfondire la vicenda.

“A fronte delle tante bugie emerse nel corso delle indagini e anche nelle deposizioni in aula, mi sarei aspettato che il tribunale trasmettesse autonomamente gli atti in procura. Così non è stato. Oggi apprendo che comunque la procura sta andando avanti” dice Antonio Messina, il giovane archeologo che aveva denunciato il sacerdote e al quale Gisana aveva offerto 25 mila euro in contanti in cambio del silenzio. I giudici, nelle motivazioni della sentenza di condanna a Rugolo, stigmatizzano il comportamento del vescovo Gisana come atto “a facilitare l’attività predatoria di un prelato già oggetto di segnalazione” . Nel corso di una intercettazione, agli atti del processo, tra il vescovo e Rugolo, Gisana ammette di avere insabbiato i fatti. Ora l’inchiesta della Procura dove da qualche settimana si è insediato il nuovo procuratore, Ennio Petrigni.

La madre di Larimar: ‘L’hanno uccisa e so chi è stato’

“Non si esclude l’omicidio, perché è impossibile che una ragazza di quindici anni usi quel metodo così violento per togliersi la vita.
E lo dimostra il modo in cui è stata trovata. Abbiamo dei sospetti su chi possa essere stato perché abbiamo scoperto che mia figlia è stata minacciata di morte, quel giorno a scuola. Non posso dire su chi cadono i miei sospetti. Ho parlato con gli inquirenti. Abbiamo fatto nomi e cognomi.” Lo ha detto la madre di Larimar Annaloro, la quindicenne trovata impiccata a un albero del giardino, due settimane fa, a Piazza Armerina (Enna) nel corso della trasmissione “Mattino 4” condotta da Federica Panicucci e Francesco Poletti.

C’erano segni di corda attorno ai piedi e alla pancia di Larimar. La ragazza aveva la vertebra cervicale intatta e le mani libere. Particolari che complicano il caso perchè è singolare che l’adolescente non abbia istintivamente cercato di liberarsi la gola per non soffocare. E c’è un’altra circostanza anomala: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante per raggiungere la pianta abbia calpestato la terra del giardino.
La Procura dei Minori di Caltanissetta, pur proseguendo gli accertamenti, continua a indagare per istigazione al suicidio.
“Aveva collo, addome e piedi legati da una corda, era in ginocchio, con doppio cappio al collo”, dice la madre della quindicenne. E’ stata lei a scoprire il corpo e a slegarlo. Il suo racconto è confermato dall’autopsia che ha riscontrato i segni dei lacci sul cadavere. “Era come in ginocchio – ha ripetuto per giorni – la testa appoggiata alla corda. Era come dormisse”.

Il fascicolo aperto dai magistrati sarebbe ancora a carico di ignoti. Ma nei giorni scorsi i pm hanno sequestrato i cellulari di otto amici e conoscenti della vittima a caccia di indizi. In particolare si indaga per capire se dietro al gesto della ragazza, possa esserci il timore che venissero diffuse sue foto intime. La quindicenne, che si era trasferita lo sorso anno da un paese del varesotto con la famiglia, poco prima di morire aveva litigato a scuola con una compagna che l’accusava di aver avuto un rapporto col suo ex. Nella lite aveva coinvolto anche il ragazzo che davanti ad altri studenti avrebbe confermato la circostanza, raccontando di essere stato ubriaco.
Larimar molto scossa ha chiesto di poter uscire prima della fine delle lezioni. Non appena salita sulla macchina dei genitori, che erano andati a prenderla, avrebbe detto alla madre: “E’ successa una cosa brutta”. Tornati a casa – i genitori sono usciti per fare una commissione – hanno trovato la figlia morta.

Qualche giorno fa il ragazzo “conteso” sarebbe stato aggredito perchè accusato di essere l’autore delle immagini intime che circolerebbero nelle chat .
La legale della famiglia della quindicenne, l’avvocata Milena Ruffini, ha annunciato indagini difensive e nei giorni scorsi ha chiesto ufficialmente un incontro alla preside della scuola delle due studentesse senza avere risposta. “Stiamo compiendo accertamenti su quanto acquisito, solo a quel punto decideremo se procedere con una denuncia”, ha fatto sapere. “Impossibile che mia figlia si sia uccisa. Era brava a scuola, brava nello sport, molto socievole, molto solare. Era di sani principi, sempre piena di vita”, ha detto il padre nel corso della trasmissione “E’ sempre cartabianca” raccontando come la figlia, la sera prima di morire, progettasse un viaggio con la famiglia. “Mia sorella era un po’ diversa dalle ragazzine che trovi qua – ha detto all’ANSA una delle sorelle .- E’ arrivata qua ed è stato al centro dell’attenzione. Qualcuno nutriva rancore nei suoi confronti”.