Ritrovato senza vita cacciatore scomparso ieri nel messinese [Video]

Messina – Trovato morto, ad Antillo, nel messinese, il cacciatore di 82 anni, G. G., originario di Castelmola scomparso ieri. Le ricerche, avviate nel tardo pomeriggio su attivazione della compagnia carabinieri di Taormina, si sono concentrate nell’area di ultimo avvistamento.

Sul posto è intervenuta una squadra di tecnici del Soccorso alpino e speleologico siciliano ha individuato il corpo senza vita dell’anziano. Sono stati impegnati nelle ricerche, oltre i tecnici del Cnsas Sicilia, anche quelli del Sagf di Nicolosi, carabinieri, polizia provinciale e vigili del fuoco. Dell’uomo si erano perse le tracce durante una battuta di caccia. Ad intervenire sono state due squadre operative, provenienti dai distaccamenti di Letojanni e Antillo, e gli specialisti del reparto droni VF di Messina e Palermo assieme ai cinofili VF dei Comandi di Messina, Ragusa ed Enna.

A completare la sinergia è stato richiesto l’elicottero VF Drago 165 del reparto volo di Catania e personale TAS (Topografia Applicata al Soccorso). Sul posto è stata dislocata l’Unità di Coordinamento Locale (UCL). Nonostante il grande spiegamento di forze in campo, l’epilogo ha come risultato il ritrovamento della persona, purtroppo priva di vita, su avvistamento del velivolo.

Accusati di lesioni personali, rinviati a giudizio due medici dell’ospedale di Sant’Agata Militello

Sant’Agata Militello (Messina) – Rinviati a giudizio – l’ udienza è stata fissata per il prossimo 14 gennaio – innanzi al giudice monocratico del Tribunale di Patti Gianluca Corona, due medici in servizio all’ospedale di Sant’Agata Militello. Sono accusati di lesioni personali.

Il procedimento scaturisce dall’esposto presentato nell’estate del 2022 dalla famiglia di una donna, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Fabio del Foro di Patti, che a seguito di una grave sepsi ha subito l’amputazione di una gamba. La paziente, 43enne, era arrivata al ponto soccorso in preda al dolore e con difficoltà di deambulazione ma, dopo essere stato visitata, venne dimessa alcune ore più tardi con la prescrizione di una terapia antibiotica e riposo. Il peggiorare del quadro clinico nel giro di pochi giorni comportò quindi un nuovo accesso allo stesso pronto soccorso e la mattina seguente il trasferimento d’urgenza al Policlinico di Messina dove la donna arrivò in gravissime condizioni per l’avanzato stato di setticemia. Al presidio universitario messinese fu quindi eseguito l’intervento di amputazione dell’arto resosi indispensabile per salvarle la vita, rimanendo per lungo tempo in rianimazione. L’ipotesi accusatoria suffragata dalle relazioni dei consulenti tecnici incaricati dalla Procura della Repubblica per cui sono stati rinviati a giudizio un medico del pronto soccorso ed uno specialista di altro reparto che prestò la consulenza è di aver cagionato «per colpa consistita in imprudenza, il peggioramento del focolaio di sepsi presente nei tessuti molli … omettendo di disporre l’esame radiologico che avrebbe potuto consentire di diagnosticare il rischio di una gangrena gassosa e attuare la relativa terapia mirata nella sede della sepsi, evitando il peggioramento del quadro settico, anche in termini di estensione, e la successiva perdita dell’arto».

La paziente ed i familiari, rappresentati dall’avvocato Massimiliano Fabio insieme agli avvocati Emanuele Belligno Todaro Giuseppe D’Anna, Salvatore Meli ed Alberto Ferraù, si sono costituiti parti civili nel giudizio che vede costituita anche l’Asp di Messina, citata quale responsabile civile. Nell’originaria richiesta di rinvio a giudizio figurava anche un altro medico dello stesso pronto soccorso santagatese per il quale il Gup . Eugenio Aliquò, ha disposto il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto.

Sciopero. Caronte & Tourist predispone i servizi per i trasporti tra Sicilia e isole minori

Messina – In previsione dello sciopero generale contro la Manovra di Bilancio proclamato da CGIL e UIL e dalle federazioni di categoria Filt Cgil e UilTrasporti per la giornata di venerdì 29 novembre, il Gruppo Caronte & Tourist ha predisposto lo schema dei servizi minimi da assicurare nello Stretto di Messina e da e per le isole minori individuando navi e lavoratori comandati.

Nello specifico, Caronte & Tourist comunica che nelle quattro ore di sciopero (dalle 9,00 alle 13,00) sarà in servizio nello Stretto almeno una nave tra Rada San Francesco e Villa San Giovanni (con partenze ogni ora e venti minuti) e una nave ogni ora tra Tremestieri e Villa San Giovanni (per un totale di quattro corse A/R).

Per quanto concerne invece le isole minori, saranno in servizio tre navi da e per le Eolie; due navi da e per le Egadi e due navi da e per le Pelagie.

Nelle ore dello sciopero, a garanzia delle esigenze di sicurezza di lavoratori e passeggeri e per assicurare il corretto svolgimento delle operazioni commerciali, nei piazzali d’imbarco e nelle biglietterie la logistica è stata riorganizzata. Ulteriori informazioni saranno disponibili online sul sito del Gruppo Caronte & Tourist (carontetourist.it).

Arrestato dai Carabinieri per atti sessuali sulle figlie minorenni [VIDEO]

I Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Patti, su conforme richiesta della Procura, nei confronti di un uomo, già noto alle Forze di Polizia, destinatario della misura degli arresti domiciliari, in ordine ai reati di violenza sessuale aggravata su minori.

Il provvedimento cautelare è il risultato degli esiti di un’indagine condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Sant’Agata e della Stazione di Naso, coordinata dalla Procura della Repubblica di Patti, guidata dal Procuratore dott. Angelo Vittorio Cavallo, da cui sarebbero emerse responsabilità a carico dell’individuo, in ordine a presunti atti sessuali in danno delle due figlie entrambe sotto i 14 anni, fatti denunciati, nell’ottobre 2024, dalla madre delle due ragazze ed ex convivente dell’indagato.

L’attività investigativa, sviluppata attraverso intercettazioni ed altri accertamenti, ha permesso di documentare le presunte condotte illecite da parte dell’indagato che, in tempi diversi, a partire dal 2021, avrebbe compiuto azioni con l’intento di costringere le proprie figlie a subire atti sessuali.

Dalle indagini è emerso che l’uomo, per obbligare le figlie ad assecondare le sue richieste a sfondo sessuale, avrebbe tentato di circuirle lamentandosi che le mancava la compagna, nonché madre delle vittime, il tutto mentre palpeggiava le loro parti intime.

I gravi indizi di colpevolezza emersi dall’attività investigativa dei militari dell’Arma, sono stati concordati dal GIP del Tribunale di Patti che ha emesso il provvedimento cautelare, eseguito dai Carabinieri nei confronti dell’indagato che ora si trova ristretto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati, che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo allo stesso indagato.