A Mazara recuperato il corpo senza vita di un anziano

Mazara del Vallo – Il corpo di un anziano è stato recuperato stamane nelle acque all’ingresso del porto-canale di Mazara del Vallo.
L’uomo, all’alba, è stato ripreso dalle telecamere del Comune installate in piazzale Quinci mentre arrivava con la propria auto e poi, una volta parcheggiata, si è tuffato in acqua.

L’allarme è scattato dopo una segnalazione, che ha portato i Vigili del Fuoco e i militari della Capitaneria di Porto a raggiungere la zona. Grazie all’impiego di sommozzatori, il cadavere è stato individuato e recuperato nel tratto di mare antistante il piazzale G.B. Quinci, nei pressi del parcheggio comunale. Sul posto sono giunti anche i carabinieri della Compagnia di Mazara, agenti del locale Commissariato di Polizia, la polizia municipale e un’ambulanza del 118.

Una volta recuperato il corpo, è intervenuto il medico legale per un primo esame volto ad accertare le cause del decesso, ancora avvolte nel mistero. Tra le ipotesi un possibile incidente o un gesto volontario. Le indagini, coordinate dalla Procura di Marsala, sono già in corso per risalire all’identità della vittima e chiarire le circostanze della morte.

Mafia: il tribunale del Riesame annulla misura cautelare a Giancarlo Angileri

Palermo – Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, la misura cautelare dei domiciliari per Giancarlo Nicolò Angileri, 60 anni (assistito dall’avvocato Antonina Bonafede) uno dei diciassette arrestati nell’operazione antimafia tra Marsala e Mazara del Vallo.

L’operazione antimafia fu condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). Le indagini hanno smantellato una rete mafiosa radicata nel territorio di Mazara del Vallo, rivelando un sistema di controllo economico e criminale orchestrato dal mandamento locale di Cosa Nostra. Nell’indagine anche un episodio di turbativa d’asta ad una vendita giudiziaria, nella quale, secondo l’accusa, sarebbe stato coinvolto anche Giancarlo Angileri.

Confermata la custodia cautelare in carcere per il 52enne mazarese Ignazio Di Vita. Nei prossimi giorni, si terranno le udienze per gli altri indagati destinatari di misure cautelari che hanno proposto Riesame.

Oltre a Di Vita, in carcere sono finiti Pietro Burzotta, Aurelio Anzelmo, Alessandro Messina, fratello del presunto “reggente” della “famiglia” mazarese Dario Messina (rinchiuso in carcere e coinvolto in altra operazione antimafia), Luigi Prenci, tutti di Mazara, e i cugini Domenico e Pietro Centonze, di Marsala. I due sono Centonze sono cugini del capomafia ergastolano marsalese Natale Bonafede.

Agli arresti domiciliari, invece, sono stati posti, oltre ad Angileri, tornato in libertà, Paolo Apollo, Vito Ferrantello, Giuseppe Prenci, di Mazara, Pietro Centonze, Antonino Giovanni Bilello, Michele Marino, Giovanni Piccione, Massimo Antonio Sfraga, l’unico a rispondere al gip negli interrogatori di garanzia, e Gaspare Tumbarello, di Marsala. Obbligo di dimora, invece, per il mazarese Lorenzo Buscaino, di 63 anni.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, hanno svelato le dinamiche illecite della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, documentando l’ascesa di un individuo attivo nel settore dell’allevamento ovino. Questo soggetto, considerato il braccio operativo del capo mandamento (attualmente detenuto), è diventato una figura di riferimento per le attività criminali dell’organizzazione, tra cui la riscossione di crediti, la risoluzione di controversie e la gestione di un traffico di stupefacenti tra Palermo e il territorio trapanese.

Le investigazioni hanno inoltre rivelato il potere di controllo economico esercitato dalla mafia tramite la gestione delle aste fallimentari e delle aree di pascolo, con episodi documentati di violenza in caso di mancato rispetto degli accordi.

Un altro elemento chiave dell’inchiesta riguarda un noto imprenditore mazarese che, grazie al sostegno della mafia locale sin dalla metà degli anni 2000, ha costruito una rete capillare di supermercati e ampliato i propri affari in diversi settori. In cambio, l’imprenditore avrebbe garantito: L’assunzione di affiliati e loro parenti; Sostegni finanziari per l’avvio di nuove attività;
L’acquisto di beni all’asta riconducibili alla mafia, restituendoli così nella disponibilità dei soggetti coinvolti. L’operazione, che ha coinvolto oltre 150 finanzieri, è un duro colpo al sistema mafioso e testimonia l’impegno della Guardia di Finanza, su delega della D.D.A., nel contrastare ogni infiltrazione criminale nell’economia locale. L’obiettivo è tutelare la legalità e garantire condizioni di competitività economica sul territorio.

I sette luoghi Giubilari della Diocesi di Mazara del Vallo

Mazara del Vallo – Sono sette, tra Santuari e parrocchie, i luoghi giubilari che il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella ha indicato per il Giubileo 2025 nella Diocesi di Mazara del Vallo.

Dal 30 dicembre e fino al 28 dicembre 2025 sono «da considerarsi luoghi giubilari» il Santuario Maria Ss. del Paradiso di Mazara del Vallo, il Santuario Maria Ss. della Cava di Marsala, chiesa della Tagliata a Castelvetrano, Santuario Madonna della Libera di Partanna, parrocchia Maria Ss. della Confusione di Salemi, Basilica Cattedrale di Mazara del Vallo e Santuario Maria Ss. della Margana a Pantelleria.

In questi luoghi, spiega il Vescovo nelle indicazioni rese pubbliche, «sarà possibile ottenere l’indulgenza giubilare, solo in alcune circostanze, stabilite di volta in volta dal Vescovo, secondo le consuete condizioni indicate dalla Chiesa (confessione sacramentale, comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, distacco da ogni peccato anche veniale) e le specifiche disposizioni emanate dalla Penitenzieria Apostolica per il Giubileo 2025».

Il Vescovo, specifica che «nelle suddette chiese verrà garantita settimanalmente l’Adorazione eucaristica, la Lectio Divina sul Vangelo secondo Luca e alcune catechesi sul sacramento della riconciliazione, sul significato e l’importanza dell’Anno Santo». La Basilica Cattedrale di Mazara e il Santuario Maria Ss. della Margana di Pantelleria sono state indicate come mete ordinarie di pellegrinaggio e luoghi in cui è possibile lucrare l’indulgenza per tutta la durata del Giubileo.

Per dare anche ai carcerati la possibilità di accedere al grande dono della Misericordia, il Vescovo ha stabilito che anche nella cappella della casa circondariale di Castelvetrano sarà possibile lucrare l’indulgenza per tutto l’Anno Santo. L’apertura dell’Anno giubilare in Diocesi avverrà domenica 29 dicembre: alle ore 17 il raduno dei fedeli presso la chiesa San Michele, da dove si muoverà il pellegrinaggio verso la Cattedrale. Il Vescovo consegnerà al sacerdote responsabile della chiesa giubilare (accompagnato dal Vicario foraneo) il mandato.

Ancora un esposto in Procura per Blanco e Achille i cani uccisi a Mazara

Mazara del Vallo – L’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) consegnerà un nuovo esposto alla procura di Marsala sulla morte dei cani Blanco e Achille uccisi dopo essere stati torturati e ritrovati trovati dopo alcune settimane a Mazara del Vallo in un campo che si è poi rivelato essere un vero e proprio cimitero per animali, con carcasse di molti altri animali uccisi.

Gli animalisti chiedono alla magistratura di indagare proprio su quel cimitero illegale di animali dove sono stati ritrovati Blanco e Achille, perchè li «sarebbe possibile individuare la pista degli assassini dei due cani. Chiediamo di allargare il raggio di azione delle indagini anche agli altri animali presenti nel campo, perchè alcuni di essi potrebbero avere caratteristiche simili riscontrate anche nei corpi martoriati di Achille e Blanco e potrebbero essere stati vittime delle torture mortali delle stesse persone».

Maltrattava la madre, arrestato dalla polizia un 34enne di Mazara

Mazara del Vallo – Un uomo di 34 anni è stato arrestato, a Mazara del Vallo, dalla polizia.
Dopo la denuncia presentata dalla madre, stanca di subire aggressioni sia verbali sia fisiche dal figlio tossicodipendente con il quale viveva sotto lo stesso tetto -, il 34enne era stato denunciato per il reato di maltrattamenti in famiglia e, pochi giorni dopo, il Tribunale di Marsala disponeva nei suoi confronti l’applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima con le prescrizioni di lasciare immediatamente l’abitazione.

Nonostante il provvedimento, però, in violazione del divieto, si recava a della madre. Quest’ultima, spaventata, si precipitava in strada e chiamava il numero di emergenza 112. I poliziotti della Squadra Volante raggiungevano celermente l’abitazione e, trovando il figlio ancora dentro la casa della madre, arrestandolo in flagranza di reato. Dopo il processo per direttissima, il 34enne è stato tradotto in carcere.

Morto Matteo Messina Denaro il sistema mafioso non si è per nulla indebolito

Mazara del Vallo – Emergono nomi nuovi e vecchie conoscenze della criminalità organizzata tra le carte del blitz antimafia condotto dalle fiamme gialle di Palermo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). Tra Marsala e Mazara però il sistema rimane quello di una mafia quasi tradizionale e rurale, il controllo delle campagne e delle aste giudiziarie truccate. Le indagini hanno smantellato il sistema di controllo economico e criminale messo in atto dai solidali appartenenti al mandamento mafioso di Mazara del Vallo. Morto Matteo Messina Denaro, dunque, questa ha continuato in maniera sommersa a fare affari ha continuato ad imporsi. A cominciare dal controllo del territorio, un controllo capillare, sfruttando metodi coercitivi per dominare settori strategici. Poi l’altro aspetto è il dominio sulle aste fallimentari, un aspetto che già in passato e in altre indagini sempre legate allo stesso mandamento e più specificatamente nella cosca di Marsala era venuto fuori. Gli indagati, tra cui Domenico Centonze e Michele Marino, avrebbero manipolato la vendita di beni immobili impedendo una competizione trasparente e favorendo così l’acquisizione dei beni da parte della mafia. Al centro del caso, la vendita giudiziaria del bene immobile appartenente alla società Orto Verde di Giuseppe Alberto Argano s.a.s., situato tra Mazara del Vallo e Petrosino.

Il controllo sulle aree di pascolo, con episodi documentati di violenza contro chi non rispettava gli accordi imposti dalla mafia. Gli affiliati utilizzavano minacce per costringere allevatori e imprenditori a cedere beni o denaro, rafforzando così il controllo economico sul territorio. Ma anche l’intervento su piccole e grandi controversie. E’ questa la mafia delle famiglie di Mazara e Marsala che viene fuori e che ieri ha portato a 18 misure cautelari: 7 arresti in carcere, 10 domiciliari e 1 obbligo di dimora.

Elementi chiave del mandamento mafioso i cugini Domenico e Pietro Centonze. I due hanno un ruolo diretto nella gestione delle risorse agricole nella contrada Grinesti. Attraverso minacce e intimidazioni, i Centonze avrebbero costretto allevatori a cedere i terreni, consolidando il controllo mafioso nella zona. Le intercettazioni rivelano piani per intimidire allevatori e imporre il dominio sulle aree rurali, rafforzando così le accuse contro di loro. I due Centonze però vantano anche significativi precedenti penali legati a reati mafiosi e violenze nel territorio. Ancora le intercettazioni mostrano i Centonze pianificare l’allontanamento forzato degli allevatori, imponendo pagamenti o abbandoni dei terreni. Un allevatore ha raccontato di minacce di violenza fisica e danni economici qualora non avesse accettato le loro condizioni. I cugini Centonze erano soliti detenere armi da fuoco per consolidare il loro potere. Le intercettazioni rivelano piani per intimidire allevatori e discutere la gestione delle aree di pascolo, rafforzando le accuse a loro carico. Figura chiave in questa inchiesta è soprattutto Domenico Centonze. Gli investigatori dicono che fosse il braccio destro del capo mandamento attualmente detenuto Dario Messina. Ma Domenico Centonze è anche cugino del capomafia ergastolano Natale Bonafede. Nel 2021 fu assolto, per «non aver commesso il fatto», dalla Corte d’assise d’appello di Palermo dall’accusa di avere ucciso due tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid, di 31 e 34 anni, con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi, tra Marsala e Mazara. In primo grado, l’allevatore era stato condannato dal gup di Marsala a 20 anni di carcere insieme al cugino Pietro Centonze, di 55 anni in passato condannato per favoreggiamento alla mafia, che dal duplice delitto è stato assolto nel processo d’appello. Il duplice omicidio rimane, ancora, senza colpevoli.

Nome storico quello di Pietro Burzotta, figura chiave nel mandamento di Mazara del Vallo. Genero del defunto boss Vito Gondola, Burzotta ha assunto un ruolo di primo piano nella gestione delle aree di pascolo. Fa parte di una famiglia profondamente radicata in Cosa Nostra. E’ fratello di Diego Santino Burzotta, noto killer mafioso condannato all’ergastolo per molteplici omicidi, e di Luca Burzotta, definitivamente condannato per associazione mafiosa. Pietro coinvolto in un processo per associazione mafiosa, era stato assolto a causa di testimonianze contraddittorie tra i collaboratori di giustizia. Nonostante ciò, le indagini più recenti lo descrivono come figura attiva e influente nel mandamento mazarese. Dopo la morte del suocero, Vito Gondola detto “Coffa”, nel 2017, Burzotta con Paolo Apollo, Ignazio Di Vita e Aurelio Anzelmo, ha preso in mano la gestione delle terre di pascolo nella zona di Mazara. Utilizzando il sistema mafioso del suocero che si basa su un rigido controllo delle aree rurali, con intimidazioni e minacce volte a escludere proprietari legittimi e a favorire affiliati e complici. Nelle intercettazioni viene descritto come uno dei principali organizzatori del sistema di assegnazione delle terre, imponendo il dominio del mandamento e risolvendo controversie al di fuori delle istituzioni, attraverso minacce e violenze.

Poi emerge anche la figura dell’imprenditore Luigi Prenci. Accusato di concorso esterno in associazione mafiosa Prenci avrebbe garantito protezione mafiosa per le sue attività imprenditoriali, offrendo in cambio sostegni finanziari e favori economici agli affiliati. Uno degli aspetti più inquietanti emersi dall’indagine è il ricorso sistematico di Prenci alla “giustizia” mafiosa per risolvere problemi imprenditoriali. I sodali di Cosa Nostra avrebbero garantito una forma di arbitrato criminale, sostituendosi alle autorità e legittimando la loro presenza sul territorio. Questo sistema avrebbe permesso a Prenci di consolidare i propri affari in un contesto di totale omertà e intimidazione.

Mazara. I nomi degli indagati nel blitz della guardia di finanza

Mazara del Vallo – Ecco i nomi degli indagati coinvolti nel blitz tra Mazara e Marsala di stamani effettuato dalle fiamme gialle del comando di Palermo.

il gip Fabio Pilato ha disposto il carcere per Aurelio Anzelmo, 39 anni, di Mazara del Vallo, Pietro Burzotta, 65 anni, di Mazara del Vallo, Domenico Centonze, 49 anni di Mazara del Vallo, Pietro Centonze, 55 anni, di Marsala, Ignazio Di Vita, di 52 anni, di Mazara del Vallo, Alessandro Messina, 42 anni di Mazara del Vallo e Luigi Prenci di 54 anni, di Mazara del Vallo.

Ai domiciliari sono finiti Giancarlo Nicolò Angileri, 60 anni di Trapani, Paolo Apollo, 74 anni di Mazara del Vallo, Antonino Giovanni Bilello, 61 anni di Marsala, Vito Ferrantello, di 42 anni di Mazara del Vallo, Michele Marino di 64 anni di Marsala, Giovanni Piccione, 57 anni di Marsala, Giuseppe Prenci di 27 anni, di Mazara del Vallo, Massimo Antonio Sfraga, 46 anni, di Mazara del Vallo e Gaspare Tumbarello di 48 anni di Marsala.

Obbligo di dimora presso il comune di residenza Lorenzo Buscaino, 63 anni di Mazara del Vallo.

La mafia a Mazara del Vallo, la Finanza esegue 18 misure cautelari [VIDEO]

Mazara del Vallo – Il cuore degli affari mafiosi a Mazara del Vallo nelle mani di un allevatore, Domenico Centonze. Ma non solo. Il blitz scattato nelle prime ore di oggi e condotto dalla Guardia di Finanza ha permesso di scoprire ancora una volta come la mafia trapanese mantiene il suolo ruolo imprenditoriale e in particolare nel settore dei centri commerciali, attraverso l’imprenditore Luigi Prenci. Nelle prime ore di questa mattina, i finanzieri del Comando Provinciale Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A., nei confronti di 18 soggetti, di cui 7 in carcere, 10 ai domiciliari e un destinatario dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Contestualmente, sono in corso di svolgimento perquisizioni presso le abitazioni e gli altri luoghi nella disponibilità degli indagati, nei cui confronti si procede, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, porto abusivo d’armi, turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina e favoreggiamento personale.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, hanno permesso di far luce sulle trame illecite poste in essere dalla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, disvelando i rapporti verticistici esistenti tra gli affiliati. Le indagini sono state concentrate su Domenico Centonze, diventato l’’uomo forte del mandamento. Sarebbe diventato lui, allevatore di mestiere, il braccio operativo del capo mandamento Dario Messina, attualmente detenuto. In carcere finisce anche il fratello del boss, Alessandro Messina. Centonze si sarebbe occupato di riscuotere crediti, dirimere controversie, gestire le aree di pascolo, gestire l’aggiudicazione di alcuni terreni all’asta, risolvendo in maniera minacciosa e violenta alcuni contrasti insorti, organizzare un traffico di stupefacenti tra Palermo e Mazara del Vallo. Per la Procura di Palermo sarebbe stato nelle sue mani la gestione delle attività criminali della Cosa nostra diventata impresa, secondo i dettami del defunto capo assoluto Matteo Messina Denaro. Tra gli arrestati anche Pietro Burzotta e Paolo Apollo, legati alla cosca mazarese.

Parallelamente, è stato possibile ricostruire le dinamiche criminali che hanno favorito lo sviluppo, in territorio trapanese, di una capillare rete di supermercati riconducibile a un noto imprenditore mazarese: Luigi Prenci, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, dal 2020 ha aperto una serie di supermercati e per questo avrebbe potuto contare sull’appoggio della mafia, diversificando gli affari. È diventato armatore e i suoi pescherecci si sono specializzati nella pesca del gambero rosso. In cambio del sostegno mafioso Prenci avrebbe assicurato a Cosa Nostra posti di lavoro, aiuti finanziari per l’avvio di nuove attività economiche, l’acquisto di beni all’asta che in questa maniera tornavano nella disponibilità di persone contigue all’associazione mafiosa. I reati contestati sono associazione per delinquere di stampo mafioso, porto abusivo d’armi, turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina e favoreggiamento personale.

L’odierna attività di servizio, che ha previsto l’impiego di oltre 150 fiamme gialle, testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno della Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, al fine di contrastare ogni possibile tentativo di infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-produttivo, nell’ottica di garantire al mercato le necessarie condizioni di legalità e competitività.

Cimitero. Nuovo piano estumulazione per la realizzazione di nicchie cinerarie

Mazara del Vallo – Sono 94 le concessioni di loculi cimiteriali del reparto n. 1 Bambini (sezioni 6,7 e 8) che risultano scadute oltre il termine dei 50 anni dal rilascio. Su direttiva del sindaco Quinci, il funzionario responsabile dei Servizi Cimiteriali Claudio Zummo ha emanato un avviso con il quale si rende noto che nell’anno 2025 verrà dato avvio al piano di estumulazione delle stesse sezioni. Allo stesso avviso è allegato l’elenco nominativo degli occupanti i loculi da liberare.

I cittadini interessati a mantenere e rinnovare la concessione dei loculi occupati dai propri cari nel reparto n. 1 le cui concessioni risultano scadute, dovranno fare esplicita richiesta presso gli uffici Cimiteriali, attivando le procedure per il rinnovo entro e non oltre il 10 febbraio 2025.

La particolarità di questo nuovo piano di estumulazione è rappresentata dal fatto che nelle sezioni 6, 7 e 8 del reparto 1 sono tumulati bambini prevalentemente da oltre 100 anni e che tali cellette dopo l’estumulazione saranno destinate alla realizzazione di nicchie cinerarie di cui il cimitero è sprovvisto nonostante siano previste dal regolamento nelle more della realizzazione di una nuova struttura a ciò dedicata. Per maggiori dettagli: AVVISO ESTUMULAZIONE REPARTO BAMBINI

A Mazara in manette un trafficante di droga, era ai domiciliari

Mazara del Vallo – La Polizia ha arrestato un pregiudicato cinquantenne per spaccio di stupefacenti. L’uomo, sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per reati della stessa natura, durante un normale controllo della Volante del locale Commissariato, si è mostrato particolarmente nervoso, tanto da indurre negli operatori il sospetto che potesse occultare qualcosa all’interno dell’abitazione.

La successiva perquisizione, operata anche da personale della Squadra Mobile di Trapani, ha permesso il rinvenimento di un grosso quantitativo di stupefacente. In particolare, nascosti all’interno di una vecchia stufa, sono stati rinvenuti 400 grammi di cocaina, mentre dentro un grosso barattolo di proteine erano contenuti 100 grammi di hashish e 32 grammi di crack.
Sempre all’interno dell’abitazione, è stata rinvenuta la somma di 3 mila euro, in banconote da piccolo taglio, probabile provento dell’attività di spaccio.

In quelle stesse ore, è stata sottoposta a perquisizione una seconda abitazione nella disponibilità del soggetto. Anche questo immobile, al pari del primo, era dotato di un sofisticato sistema di video sorveglianza, probabilmente utile a scongiurare l’ingresso improvviso delle forze di polizia.
Nelle immediate adiacenze dell’immobile sono stati rinvenuti 4 panetti di hashish, del peso complessivo di 800 grammi, e una pistola marca Beretta, calibro 7, 65, provento di furto consumato anni fa ai danni di un anziano mazarese. In questo caso, la droga e l’arma sono stati sequestrati a carico di ignoti, non essendo evidente la diretta riconducibilità di quanto rinvenuto al soggetto perquisito.

Per lo stupefacente rinvenuto nell’abitazione dove stava scontando la misura degli arresti domiciliari, l’uomo è stato arrestato in flagranza e condotto in carcere. Il GIP del Tribunale di Marsala, convalidato l’arresto, ha disposto nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere.

L’uomo è noto alla Polizia e ai magistrati della Procura di Marsala, non solo per i suoi precedenti, ma anche per una super confisca subita in passato di beni mobili (tra cui una porsche Macan), immobili nonché denaro, per un importo di oltre 1 milione di euro, ritenuti provento dell’attività di spaccio, e per essere stato sottoposto, nel 2021, alla misura della sorveglianza speciale.